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Calcio
La prima vera sfida-scudetto con la Juve
di Mimmo Carratelli (da: Roma del 15.07.2019)
Un’annata eccezionale. Azzurri in testa per 24 giornate. Cambi di scena a metà del girone di ritorno. Il gol di Koulibaly a Torino, poi la grande delusione.

Stagione 2017-18, il terzo anno di Sarri. La grande sfida-scudetto alla Juventus di Allegri con Buffon, Higuain, Dybala, Pjanic, Mandzukic, Barzagli e Chiellini. La grande corsa degli azzurri, 24 giornate in testa al campionato, campioni d’inverno, il grande sogno e la grande delusione finale.

A dieci giornate dalla fine, il sorpasso della Juventus in testa. I pareggi con Inter, Sassuolo e Milan in trasferta frenano il Napoli. Gli inciampi della Juve (0-0 sul campo della Spal e 1-1 a Crotone) riaccendono la lotta al vertice.

La fiondata di testa al 90’ di Koulibaly nello scontro diretto a Torino (1-0) riporta gli azzurri a un punto dalla Juve. Sette giorni dopo, la discussa vittoria bianconera a San Siro contro l’Inter e il crollo del Napoli a Firenze. Fine della favola.

Mai il Napoli di De Laurentiis era stato così vicino alla Juve e allo scudetto. Il distacco finale di 4 punti è il minimo svantaggio degli azzurri dalla Juve campione d’Italia negli anni di De Laurentiis.

La Juventus si avvantaggiò sul suo campo (49 punti contro i 45 del Napoli al San Paolo). In parità i punti conquistati in trasferta dalle due squadre (46). Il Napoli primeggiò nel girone d’andata (48 punti, Juve 47). La Juve rimontò nel ritorno (48 punti contro i 43 del Napoli). Due vittorie in più e due pareggi in meno della Juve rispetto al Napoli (tre sconfitte per entrambi) furono la differenza finale.

De Laurentiis investì al calciomercato 56,7 milioni di euro (10 per Ounas, 3,7 per Mario Rui, 10 per Inglese lasciato però in prestito al Chievo, 20 per il riscatto di Maksimovic e 13 per il riscatto di Rog).

Chiuse il bilancio in leggero passivo (-6,3 milioni di euro). Sempre pochi gli abbonati (6.869). Però grande affluenza al San Paolo (40.247 la media degli spettatori, la migliore dopo il secondo anno di Mazzarri con l’arrivo di Cavani: 41.193) che fece registrare il migliore incasso in campionato (17.056.871) nei quindici anni di De Laurentiis, comunque nettamente inferiore a quello di altre quattro squadre: 39.474.296 per la Juve, 34.501.039 per l’Inter, 28.726.994 per il Milan, 23.766.722 per la Roma.

Nel ritiro di Dimaro, Sarri e la squadra si sentirono pronti per l’attacco alla Juventus, uniti da un “patto” che previde la conferma di tutti i “titolarissimi”.

A Sarri viene a mancare Ghoulam: rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro durante la partita col Manchester City (1 novembre); nuovo infortunio (frattura trasversale della rotula sinistra) il 9 febbraio durante un allenamento. Giocherà solo 17 partite.

L’inizio fu fulminante con otto vittorie di fila prima dello 0-0 a San Siro con l’Inter. I piccoletti dell’attacco segnavano a valanga. Il Napoli rimase imbattuto (12 vittorie, 2 pareggi) fino al primo scontro con la Juventus che passò al San Paolo con un gol di Higuain (1-0).

Stadio pieno (55.567 spettatori) per un incasso di 2.093.584 euro. Il Napoli ebbe più di settanta minuti per rimediare allo svantaggio Non ci riuscì. L’Inter balzò momentaneamente in testa (39 punti, Napoli 38, Juventus 37).

A Ferrara (sabato 23 settembre) Milik subì il secondo grave infortunio della sua carriera, stavolta al ginocchio destro (rottura del legamento crociato anteriore). Sfortuna nera. Milik si infortunò nei minuti di recupero della partita con la Spal. Era entrato al 77’ per Zielinski. Un anno prima s’era infortunato in nazionale al ginocchio sinistro.

Dopo la sconfitta con la Juve al San Paolo, il Napoli rimase in testa al campionato con un punto di vantaggio sui bianconeri. Ma il clamoroso crollo al San Paolo contro la Roma (2-4) e il successivo pareggio con l’Inter a San Siro (0-0) consentirono alla Juve di balzare in testa con un vantaggio di 4 punti sugli azzurri.

Il confronto diretto di Torino (domenica 22 aprile) riaprì il campionato. Koulibaly, che aveva già segnato quattro reti (nel 4-1 a Roma contro la Lazio, nel 3-0 al Cagliari, nel 3-1 sul campo del Torino e nel 2-0 al Verona), fece il colpaccio all’Allianz Stadium in una serata indimenticabile.

La Juventus di Allegri (4-2-3-1) giocò con Buffon; Howedes, Benatia, Chiellini (11’ Lichtsteiner), Asamoah; Khedira, Pjanic; Douglas Costa (71’ Mandzukic), Dybala (46’ Cuadrado), Matuidi; Higuain. Il Napoli di Sarri (4-3-3) si schierò con Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Allan (80’ Rog), Jorginho, Hamsik (66’ Zielinski); Callejon, Mertens (61’ Milik), Insigne.

Zero tiri in porta nel primo tempo, possesso-palla azzurro (60%). Juventus solida e attenta che amministra il vantaggio dei 4 punti in classifica e il Napoli le salta addosso in chiusura di match.

Nella squadra di Allegri non c’è più Chiellini, infortunatosi dopo dieci minuti, per il gioco alto nell’area bianconera. Il Napoli ha rivitalizzato il centrocampo con Rog (Allan esausto) e Zielinski (calo di Hamsik).

Nell’ultima mezz’ora c’è Milik per Mertens. Il polacco è rientrato un mese prima con sette apparizioni in squadra, dopo sei mesi di assenza in seguito all’infortunio di Ferrara. Allegri rinuncia a Dybala per la vivacità di Cuadrado ed esclude Douglas Costa, che non parte mai sulla sua invisibile motocicletta, aggiungendo i muscoli di Mandzukic (1,90).

La partita sta per finire. Buffon devia in corner la conclusione di Insigne. Dalla bandierina batte Callejon e Koulibay sale al settimo cielo per battere Buffon con una “frustata” di testa. Uno a zero al 90’. Il Napoli si riavvicina a un punto alla Juve.

Potrebbe tornare tutto in ballo e regolarità vorrebbe che Juventus e Napoli giocassero in contemporanea. Dopo l’impresa degli azzurri a Torino, invece, la Juve gioca al sabato a Milano contro l‘Inter, il Napoli il giorno dopo, domenica, a Firenze.

Vincendo a San Siro, la Juve smonta la rincorsa del Napoli. La direzione di Orsato viene criticata. Espelle Vecino al 15’ lasciando l‘Inter in dieci per 75 minuti. L’Inter, dopo il gol inziale di Douglas Costa, rimonta (2-1 al 65’). Orsato risparmia a Pjanic un secondo “giallo” al 58’, quindi l’espulsione, impedendo all’Inter di giocare dieci contro dieci il finale di gara che, in due minuti, gira a tutto favore della Juve con l’autogol di Skriniar (87’) e il gol-vittoria di Higuain (89’ colpo di testa sulla punizione di Dybala).

La forza irriducibile della Juve è confermata dalle sette partite vinte per 1-0 con marcatori diversi: Mandzukic contro la Fiorentina, Benatia contro la Roma, Bernardeschi a Cagliari, Douglas Costa contro il Genoa, Alex Sandro contro il Torino, Dybala contro la Lazio e Higuain a Napoli. Risultati determinanti per il settimo scudetto di fila (tre di Conte, quattro di Allegri).

La Juve lascia San Siro (78.328 spettatori) accompagnata dal grido “ladri! ladri!”. Il giorno dopo, a Firenze, il Napoli accusa un evidente crollo psicologico e viene spazzato via da tre gol di Simeone (3-0). Siamo a tre giornate dalla fine del campionato, il vantaggio di 4 punti della Juve risulta definitivo.

Il Napoli avrebbe potuto ancora lottare, ma Sarri e tutta la squadra non ebbero la forza, la tenacia e la personalità per proseguire la sfida-scudetto, schiantati dalla vittoria juventina a Milano. Nelle rimanenti tre giornate, Napoli e Juve fecero gli stessi punti (7).

Col campionato, lo scudetto e la sfida alla Juve come ossessione, obiettivo e sogno del terzo Napoli di Sarri, la Coppa Italia va in fumo subito, al San Paolo. Battuta l’Udinese 1-0, gli azzurri cedono nei quarti all’Atalanta (1-2) mentre sono in testa al campionato cui dedicano tutte le energie.

È il 2 gennaio 2018, un martedì, dopo la sosta invernale. Contro l’Atalanta scendono in campo Sepe, Chiriches, Rog, Diawara, Ounas. Titolarissimi a mezzo servizio per non sprecare energie. Callejon resta in campo 56 minuti, sostituito da Mertens. Insigne entra per Hamsik dal 56’. Allan dal 72’ per Ounas.

L’Atalanta è in vantaggio con Castagne (50’), Sarri vuole rimediare. Ma la squadra di Gasperini raddoppia col Papu Gomez (81’). Inutile il gol di Mertens all’84’. Ciao, Coppa. L’allegria è tutta in campionato. E, guarda un po’, alla seconda partita del nuovo anno, in campionato, il Napoli va a vincere a Bergamo 1-0 (65’ Mertens).

La Champions impone al Napoli di giocare già il 16 e il 22 agosto, in piena preparazione precampionato. C’è il playoff contro il Nizza. Gli azzurri si sbarazzano dei francesi, 2-0, al San Paolo e fuori. Il girone di Champions comincia il 13 settembre, in trasferta con lo Shakhtar, tra due partite di campionato “facili”, la trasferta di Bologna (3-0) e il derby col Benevento al San Paolo (6-0).

A Kharkiv, Sarri schiera una formazione non rinunciataria: Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Zielinski (67’ Allan),Diawara, Hamsik (60’ Mertens); Callejon, Milik, Insigne. Ma il Napoli esce sconfitto 1-2. Facile, successivamente, la vittoria sul Feyenoord (3-1) a Fuorigrotta.

Ma le due partite col Manchester City di Guardiola vanno male, 1-2 in Inghilterra, addirittura 2-4 al San Paolo. Giocano i titolarissimi.

Non è vero che il Napoli snobbi la Champions per dare tutto in campionato. Batte successivamente lo Shakhtar (3-0), ma è ormai fuori e si lascia andare a Rotterdam contro il Feyenoord (1-2 dopo essere andato in vantaggio con Zielinski).

Alla partita di Rotterdam il Napoli non può chiedere molto perché, contemporaneamente, lo Shakhtar batte il Manchester City già qualificato (2-1) e vanno avanti il City (15 punti) e lo Shakhtar (12) col Napoli che resta a 9. Il City con le due vittorie nel confronto diretto con gli azzurri e la sconfitta sul campo dello Shakhtar fa fuori il Napoli.

In Europa League, sedicesimi, il Napoli si imballa in casa contro il Lipsia (1-3) e sfiora rimonta e qualificazione agli ottavi nel ritorno in Germania (2-0). Neanche in Europa League ci fu una “rinuncia” del Napoli a proseguire il torneo.

Nella stagione 2017-18 il Napoli giocò 50 partite (38 serie A, 2 in Coppa Italia, 8 in Champions, 2 in Europa League). Furono 23 i giocatori impiegati: Reina (47 presenze, 42 gol incassati), Sepe (3 presenze, 2 gol subiti), Hysaj (43 presenze), Albiol (35, 3 gol), Koulibaly (42, 5 gol), Mario Rui (26, 2 gol), Allan (46, 4 gol), Jorginho (35, 4 gol), Hamsik (45, 7 gol), Callejon (46, 12 gol), Mertens (45, 22 gol), Insigne (44, 14 gol), Zielinski (43, 7 gol), Rog (35, 1 gol), Diawara (27, 2 gol), Maggio (20), Ghoulam (17, 2 gol), Milik (13, 6 gol), Ounas (12, 1 gol), Chiriches (8), Giaccherini (5), Tonelli (5, 1 gol), Maksimovic (4).

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15/7/2019
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